Visita Monzuno
Il Comune di Monzuno si trova nel cuore dell’Appennino tosco emiliano: situato a metà via tra Bologna e Firenze ospita sul suo territorio il passaggio della Via degli Dei, trekking frequentato da migliaia di persone che ogni anno percorrono a piedi il tragitto che collega le due regioni.
Il vasto territorio del Comune permette di fare escursioni su sentieri che conducono a panorami mozzafiato o aree storiche come il contrafforte pliocenico o MonteSole, luogo tristemente famoso per l’eccidio fascista compiuto nella seconda guerra mondiale.
Savena, Setta e Sambro sono i tre fiumi che bagnano il territorio comunale, mentre le colline si innalzano fino a quasi 1000 metri offrendo ristoro nei mesi estivi all’ombra della vegetazione.
La storia
Molte le reminiscenze pagane: in tutta la zona infatti, i nomi ricordano divinità greche e lo stesso nome del paese potrebbe essere la trasformazione di Mons Junonis, Monte di Giunone.
La terra di Monzuno fu centro di un importante dominio feudale, sede di un’alta magistratura, di un rinomato ospedale e giurisdizione di un autorevole vicariato, successivamente trasformato in podesteria.
La via Flaminia
Per Monzuno passava una delle più battute vie di collegamento fra Bologna e Firenze. La strada, secondo le consuetudini degli antichi tracciati, seguiva il percorso di cresta anziché il corso delle valli e passava per Monterumici, Monzuno, Trasasso, Le Croci, Cedrecchia, per volgere poi verso la Toscana. Oggi Monzuno è punto di passaggio sulla “Via degli dei”, un trekking che congiunge Bologna con Firenze ripercorrendo buona parte del tracciato della “Flaminia militare”, frequentato ogni anno da migliaia di viaggiatori.
La linea ferroviaria
Dal 1914 al 1934 il comune fu interessato dalla costruzione della Direttissima, la nuova linea ferroviaria Bologna-Firenze. L’attraversamento del Setta diede luogo alla costruzione del ponte più lungo della linea, 320 m su 14 archi.
Una frazione del comune di Monzuno, Vado, situata sulla riva destra del torrente Setta, fu in gran parte distrutta durante i bombardamenti aerei del maggio 1944 a causa della presenza nel paese del viadotto ferroviario della Direttissima. Il capoluogo, situato sulla montagna che domina il Setta, non subì gravi danni e conserva tuttora in parte il carattere originale che ha perduto Vado. Quest’ultimo infatti fu rapidamente ricostruito sulle rovine, seguendo lo schema del paese precedente, ma ad un livello superiore di qualche metro.